La Spada dell'Arcangelo

Se è comprensibile il «perché» si prese a raccontare che la spada di San Michele «apparsa» in Rocca di Papa (Roma) è custodita in Brasile, non è facile, invece, individuare «quando» nell’ambito della FBUAM iniziò a diffondersi la notizia del suo possesso, o di come fu «reperita» oppure «come si fosse materializzata», ma è comunque certo che la verità è ben diversa!

Negli anni del mio apprendistato nella FBUAM (1975/77), nei diversi Cenacoli italiani si raccontavano tante cose a proposito di G. Cambareri. …Si sussurrava -con compiacimento- che era dotato di poteri spirituali messi al servizio della F.B.U.A.M…. lui era il reincarnato Cagliostro e possedeva la spada di S. Michele Arcangelo del quale ne era lo strumento terreno…. Secondo alcuni, ebbe rivelate le indicazioni necessarie affinché la Spada di San Michele fosse ritrovata e non mancarono quei sostenitori secondo cui fu per i suoi poteri spirituali che si materializzò la spada dell’Arcangelo… .
Il racconto sulla «materializzazione» o il «rinvenimento» della Spada dell’Arcangelo, verosimilmente, fu dovuto al gruppo che faceva capo a G. Cambareri e che si riuniva in un appartamento sito in Piazza delle Muse 7 (Roma), la motivazione –plausibile- è quella che si voleva dare enfasi alla Fraternità e –soprattutto- a G. Cambareri.
L’altro gruppo, estraneo alle trame politico-golpiste di Piazza delle Muse 7, ereditò il racconto sulla Spada dell’Arcangelo molti anni dopo giacché dal Brasile si «prospettava» della costruzione del Tempio e della «Città di Mickael dello Spirito Santo». È certo, in ogni caso, che i fedeli-seguaci di G. Cambareri non si fecero scrupolo di mutuare -a loro favore- quanto avevano appreso –finanche- dai giornali.
Personalmente, e, sono convinto, che il suggeritore di questa leggenda metropolitana sia stato lo stesso G. Cambareri il quale, verosimilmente, trasse l’ispirazione dalla vicenda della Sacra Lancia custodita all’Hofburg di Vienna che, dopo i fatti dell’Anschluss (12/14 marzo 1938 annessione dell’Austria al III Reich), fu trasferita a Norimberga nel Wewelsburg (la fortezza delle SS). Non è trascurabile il fatto che G. Cambareri per un lungo periodo fu (1933/34 al 193 a Berlino (fu iniziato alla F.R.A. nel 1934 da A.K.H.) sede della F.R.A. (di A. Krumm-Heller) che era più-che-favorevole al Nazismo al Fascismo e al Franchismo (il figlio di A. Krumm-Heller faceva parte della Napola la scuola nazista del Reichsfuhrer SS. Heinrich Hìmmler).
Altra fonte della leggenda della «spada dell’Arcangelo» posseduta dal reincarnato Cagliostro/Cambareri, probabilmente, gli fu ispirata (1938/40) nei salotti esoterici romani legati a J. Evola e A. Reghini.
Nel maggio del 1923 il quotidiano di Roma «Il Piccolo» riportava che una donna aveva consegnato a Benito Mussolini, secondo un arcaico rituale, il più vetusto simbolo dell’imperium.
Si trattava di un’ascia etrusca legata con strisce di cuoio a dodici verghe.
Nel 1929 sulla rivista esoterica Krur era stato reso noto che in un antico sepolcro sull’Appia Antica nella notte del Solstizio d’Inverno del 1913, a coronamento di un rituale officiato per mesi e mesi, era stato rinvenuto uno scettro regale tramite una «pupilla» che –secondo Eklatos- era la stessa persona che consegnò il fascio littorio a B. Mussolini.
La Lancia e l’Ascia bipenne, come lo scettro, sono dei simboli arcaici e, pertanto, per il redivivo Cagliostro postosi al servizio (? …altra leggenda metropolitana) dell’Arcangelo guerriero, necessitava… non una spada qualsiasi.
Negli anni, non ho potuto assicurarmi quale versione del racconto abbia visto la luce per prima, tuttavia e possibile che una versione plasmò l’altra.
C’è la versione in cui la spada si «materializzò nel luogo descritto» dopo che «per mesi erano stati officiati dei rituali segreti»; una variante è quella in cui la spada fu rinvenuta nel luogo descritto dopo che per mesi furono officiati «potenti rituali e invocazioni».
Altra versione che sa di arcani misteriosi è questa «per nove mesi e sempre alla stessa ora, il Grande Jerofante, Iole e Maria P., officiarono un antico rituale, recitarono molte preghiere ai quattro elementi e invocarono l’arcangelo» finché furono avvisati che la spada si era «materializzata» e fu «rinvenuta nel luogo descritto» nella stessa notte di luna piena. Iole, Giuseppe e Maria P. si recarono nel luogo officiarono il rito in ringraziamento alla terra perché la spada, forgiata col fuoco divino era stata conficcata nella terra (secondo una variante: la spada era dentro un albero cavo).
Beh! Ho incontrato Iole Fabbri, e, tempo dopo tornai a far visita all’ottuagenaria Maria P ed a suo marito.
Secondo la testimonianza di uomini che furono gli artefici e co-fondatori della Fratellanza (1934), che nulla ebbero a che fare con gli incontri/intrighi di piazza delle Muse 7, i fatti sono questi: «nel 1936, il Maestro dispose che nel corso del rituale di ammissione, dal cerchio interno al cerchio più interno, l’iniziato venisse segnato con la spada. A Rocca di Papa, acquistarono la spada da un rigattiere che aveva oggetti antichi… a Genzano, io, Petrus il Grande Jerofante, Melisenda la G. Sac.sa e Anael/Iole la G. Sac.ssa officiammo il rituale per consacrare la spada, c’era la luna piena e ci aspettavano sulla riva del lago. Quando fummo tutti insieme, Melisenda e Anael si immersero nel lago e bagnarono la spada con le acque sacre. La spada mi fu affidata e la custodii fino a quando nei bombardamenti non andò perduta. Sappiamo che negli anni sessanta, Giuseppe ne ha acquistata un’altra e l’ha portata in Brasile per custodirla nel tempio».
Nel luglio del 1996, a Paraty (Rio de Janeiro, Brasile), ho avuto fra le mani quest’ultima spada e, se ci credete o no, posso assicurarvi che …al di la del suo Ufficio ….quella spada è una comunissima riproduzione acquistabile ovunque nelle botteghe d’arte.